Il buio cresce, le sue forze si moltiplicano, ora sembrano un’infinità. Noi invece siamo sempre meno, innanzi al nemico sempre più stanchi, dispersi, finiti. Ancora un ATTIMO, poi sarà il trionfo dei gusci vuoti e delle superfici.
Ci vuole un ATTIMO per liquidare tutto con una risata.
Un altro ATTIMO per salvare il mondo con una poesia.
Questo manifesto sancisce la nascita del MOVIMENTO DELL’ATTIMO. Con questa espressione si definisce un movimento, un cambiamento, un pensiero sempre attivo, fugace, improvviso, trapassante, ardito. Da un ATTIMO ne nasce un altro, in una catena infinita di punti sulla linea della Storia. Da un ATTIMO sgorga sempre un altro ATTIMO. Ogni ATTIMO muta in un nuovo, altro ATTIMO. Ci sono ATTIMI di vita e ATTIMI di non-vita, ATTIMI d’amore e ATTIMI di dolore. L’altro ATTIMO è un pensiero che ferisce alle spalle, è l’improvviso scoppio d’archibugio nel bosco dell’Arte; è il rombo del suo martello nella sala del trono di Apollo. Esso è pure la scossa che capovolge un ATTIMO in un altro. Una fotografia, un racconto, una poesia, un dipinto. Gli ATTIMI sguazzano nell’infinito pallore della vita quotidiana; gli altri ATTIMI invece sono verità pura, un sublime, uno svelamento dirompente. Con verticalità assoluta si schiudono nel panno della Storia. Sono la messa in opera della Verità e della sua potenza, e in ogni ombra dell’Esserci nascondono il loro potere. Si trovano dove chiunque possa vederli.
Caratteristiche degli altri ATTIMI di poesia. Si riconoscono per:
- Ermetismo, che vuol dire: scrivere per se stessi. Occorre prima di tutto chiarire l’universo emotivo, quella sollecitazione interiore che si percepisce a livello inconscio. La poesia è un fatto privato. Ermetismo significa far fiorire certi roseti interiori. La parola d’ordine è: delicatezza mortale.
- Chiusura, che vuol dire: ombre dietro ai versi. Ciò si rende necessario poiché (1) nessun tipo di letteratura rispecchia la realtà, solo la rappresenta; (2) ogni rappresentazione è soggettiva; e per questa ragione (3) la poesia è massimamente efficace, incommensurabile con le altre arti, specialmente quelle visuali, che tiranneggiano il pensiero soggettivo con una scelta vincolata nell’infinito possibile (quella di visualizzare al posto del soggetto ciò che deve essere visualizzato).
- Ipoteca sull’immortalità, che vuol dire: un combattimento all’ultimo sangue contro l’oblio nella Storia, per accaparrarsi un posto nell’infinito.
- Composti volatili, che vuol dire: inafferrabilità, ricombinazione, impalpabile presenza. Inesauribile monolite, la poesia produce sempre nuovo senso, e per farlo impiega un solo ATTIMO.
- Indipendente dalle condizioni di fruizione, che vuol dire: la poesie si leggono e si compongono in un ATTIMO, ma ciò che dicono sta in un altro ATTIMO. Tra questi due elementi non passa alcun legame. Le condizioni di fruizione determinano il senso delle interpretazioni, con la poesia non hanno niente a che fare.
- Esigente, che vuol dire: risolutezza, caparbietà, indifferenza della poesia nei confronti del fruitore. Il suo fine non è la comprensione. La comprensione è faccenda razionale, mestiere, scientismo, feticcio da idolatri.
- Sogno di Alice, che vuol dire: sotterraneità, cadere nella tana del Coniglio e sopravvivere, oppure: opposto della vita activa. La poesia non è agenda politica, non è Spirito, non è strumentalizzabile. La poesia sta all’utile nella stessa misura in cui lo è un sogno. Nella vita pratica gli ATTIMI formano l’etica condivisa dalla collettività, nel sogno-poesia regnano gli altri ATTIMI, che sono un’etica dell’abdicazione dalla realtà. La poesia si compone della stessa sostanza dei sogni.
- Indivisibile, che vuol dire: non fare sconti, gli ATTIMI sono a-tomici, non si possono spezzare, sono unità fondamentale. Diversi ATTIMI-atomi possono combinarsi a formare costrutti polifunzionali, come le catene di elementi chimici formano le molecole. Questi costrutti sono il filo con cui si intessono i sogni. Il disegno della trama è la poesia.
- Tensione irrisolta, poiché: il poeta si caratterizza come soggettività inoggettivabile, ma tale condizione lo getta nella spasmodica ricerca di una via espressiva (la migliore possibile) per veicolare la propria soggettività. Il suo progetto è sempre: superare l’inoggettivabilità del suo mondo interiore, oggettivarsi. Da qui la sua intima tensione, irrisolta e infinita, che si traduce nell’atto operativo di creare contenuto. Non esistono poesie senza contenuto, quando appaiono prive di contenuto significa che la forma è il contenuto. Il contenuto, in quanto soggettivo, non è negoziabile. Ecco un’altra tensione irrisolta. Se la poesia è comunicazione del Sé, allora qualunque ricezione incompleta di tale comunicazione sarebbe assurda o ridicola. Ma nessuno al di fuori di quello stesso Sé potrebbe comprendere. Ecco il nonsense, l’ineffabilità, l’assoluta irrisolvibilità della tensione propria della poesia.
- Avvicinabile, che vuol dire: nonostante l’insuperabilità delle tensioni racchiuse nella poesia, nell’infinito mare di interpretanti potenziali alcune risultano più consone di altre. I lettori ideali sono degli eletti in cui queste interpretazioni potenziali risuonano.
- Infelicemente monologica, che vuol dire: scrivere tutta la vita per una sola persona, disperatamente, seguendo il miraggio di un dialogo o di una risposta. Ci sono solo due possibilità: o quella persona è lei, l’essere dell’altra riva del fiume, il Grande Altro; o quella persona sono io.
- Naturalmente mutevole, che vuol dire: metamorfosi adattiva, trasfigurazione. In ogni sua forma, espressione e aspetto, l’ATTIMO trova modo di proliferare in altri ATTIMI.
Figli del movimento dell’ATTIMO di tutto il mondo, unitevi! La linea della Storia è una catena di anelli-ATTIMI, ed essa è democratica, livellatrice, egualitaria. Ciascuno di noi è immerso nel flusso di ATTIMI qualunque, ma da essi può emergere quell’ATTIMO superiore, che va oltre, che è qualcosa d’altro. Unirsi al movimento significa balzare definitivamente fuori dalla Storia, vuol dire rompere quella catena e il suo giogo; significa allungarsi verso altri ATTIMI e la loro straordinarietà, raggiungerli, crearli con le proprie mani unendo quelli semplici, e camminare negli interstizi tra i mondi come un dio.
Questo inoltre significa, a proposito dei poeti, che:
- Il poeta, come ogni artista, fa risuonare tutto del suo dolore. La poesia è questo, nient’altro che l’eco di un dolore. Un urlo puro e semplice non è poesia, ma l’infinito risuonare in se stesso dell’urlo, questo è poesia.
- Il poeta degli altri ATTIMI non è conscio della propria chiusura, la intuisce.
- Il poeta fa uso della propria sofferenza, ne estrae la legge universale che la accomuna a tutte le altre sofferenze. Il dolore non è il fine ma il mezzo per fissare il fondo dell’abisso e generare una stella danzante. C’è solo un rischio: perdere la propria umanità.
- Il poeta è un clown triste le cui labbra hanno una forma per cui i sospiri e il pianto attraversandole suonano come un meraviglioso canto. Piange e si dispera ma solo poeticamente, così come un pagliaccio ride e danza ma solo come infingimento.
- Il poeta ama la maschera (tutto ciò che è profondo ama la maschera).
- Il poeta, come ogni vita individuale, è incommensurabile alla sua poesia; perciò essa, che è la cosa suprema, non la si può vivere in qualità di poeta. Dove si realizza allora questa incommensurabilità? Nel sogno – ciò in cui tutti noi ci incontriamo è il sogno.