Brezza di primavera

Una ventata d’aria fresca primaverile colora il nostre cuore di speranza e libertà. Un vento che ci trasmette il bisogno di uscire e avere fiducia negli altri. Una brezza che ci spinge a lasciare il buio delle mura conosciute e sicure che hanno costellato le nostre giornate invernali. Che ci fa aprire agli altri con altruismo lasciando andare l’odio e l’egoismo.
L’umanità ha sempre avuto bisogno dell’aiuto reciproco dell’altruismo per sopravvivere. In antichità l’uomo si affidava allo sciamano. Oggi noi ci affidiamo a una persona empatica, abile ad ascoltare e capace di aiutarci ad affrontare il dolore.
La fiducia nell’altro è fondamentale è un istinto umano. Il nostro cervello in 100 millisecondi giudica l’affidabilità o meno di una persona. È un istinto che non lascia la possibilità di riflettere o formulare un giudizio morale. Che ci aiuta a sopravvivere e ci permette di affidarci agli altri.
Oggi tendiamo a sottovalutare questo istinto. Cerchiamo di non fidarci della gentilezza delle altre persone. Ed ecco che come timide tartarughe ci rinchiudiamo nel nostro guscio fiere delle nostre abilità auto curanti e sicuri della diffidenza che proviamo per il prossimo. Questa chiusura pian piano cresce e con essa l’odio portando a un conseguente declino della società.
L’uomo senza le cure dell’altro rischia molto più facilmente di ammalarsi e perire, di soffrire e non essere felice.
L’umanità è nata e si è sviluppata grazie alla collaborazione, alla fiducia e all’altruismo. Se noi continuiamo a venir meno di queste nostre caratteristiche base non riusciremo più a sentire la gioia e la bellezza di quella ventata d’aria fresca primaverile. Di quel vento che porta fiducia negli e altri e il consolidamento della libertà. Ed ecco allora che se tutto questo dovesse avvenire ci ritroveremo nell’eterno inverno senza più speranza e gioia.

Elena Gobbo – autrice

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